Morale
o meno, il turismo sessuale femminile è in continua crescita e
quella che storicamente è stata una prerogativa maschile conquista
un numero sempre maggiore di donne ma ha caratteristiche diverse
rispetto al turismo sessuale maschile.
Se
fino a qualche tempo fa ci si stupiva, e si rimaneva sconcertati, di
fronte all'alto numero di uomini che sceglieva di fare vacanze a
scopo sessuale, adesso i ruoli si sono ribaltati e a scegliere questo
tipo di vacanza sono sempre più le donne; si assiste infatti ad una
sorta di "democratizzazione"
del turismo sessuale che
presenta caratteristiche diverse rispetto a quello praticato dagli
uomini.
Secondo
le statistiche, infatti, è in costante
aumento il numero delle donne che decide di organizzare una vacanza
sessuale in un paradiso tropicale alla
ricerca di ciò che, dicono, a casa non hanno: sesso, passione,
trasgressione e in alcuni casi anche un finto sentimento.
Le
mete più richieste dalle turiste sessuali sono Cuba, Giamaica,
Kenya, Capo Verde e Santo Domingo e si tratta soprattutto di donne
tra i 45 e i 60 anni, che vogliono in questo modo dare una scossa
alla propria vita.
Le
località non vengono mai scelte a caso ma ci si basa soprattutto
sulla possibilità di vivere un'avventura stimolante in un contesto
degno dello sforzo, che può essere rappresentato dalle dune
d'Africa, dalle piantagioni di tabacco a Cuba e così via.
Ovviamente
trattasi di scossa temporanea, favorita dal fatto che esattamente
come le baby prostitute, anche i maschi
in questi paesi poco sviluppati e poveri si lasciano attrarre dai
tanti soldi con
i quali le donne, di solito benestanti, bussano alle loro porte.
Non
si parla ancora esattamente di numeri, visto che il fenomeno del
turismo sessuale in rosa pur non essendo recente è ancora tenuto
poco in considerazione nella generazione delle statistiche di mercato
ma di certo si sa che non si tratta quasi mai di turismo pornografico
o pedopornografico ma quasi esclusivamente di turismo erotico.
Secondo
la End
Child Prostitution Pornography And Trafficking,
infatti, le turiste sessuali vanno alla ricerca di sesso nei paesi
del Sud del Mondo ma conservano, in cuor loro, la speranza di tornare
a casa con l'uomo della loro vita, connotando così la loro vacanza
di tratti romantici.
Dunque
se l'uomo va alla ricerca di pornografia e prostituzione, le donne
sempre più spesso sognano quell'amore che mai hanno avuto, o
potrebbero avere, nella vita quotidiana.
Jacqueline
Sanchez Taylor e Julia O'Connell Davidson,
due sociologhe inglesi, tempo fa hanno analizzato nello specifico il
turismo sessuale femminile in Giamaica intervistando 240 donne in
vacanza con risultati sorprendenti: un terzo delle donne intervistate
ha detto di aver avuto una relazione con ragazzi locali durante la
vacanza, il 60% ha ammesso la presenza di elementi economici nei
rapporti ma senza dare a regali e cene offerte la connotazione di
pagamenti per servizi e tutte hanno escluso di aver pagato dei
"prostituiti", giustificando il sesso in cambio di denaro
come un aiuto economico personale e all'economia locale.
E
così il turismo sessuale in rosa prende sempre più piede perchè in
fondo la vena romantica delle donne si esplica anche così: nella
ricerca di quella
bugia che rende puro anche il sesso a pagamento.
D'altronde
la scrittrice
francese Françoise Sagan aveva detto:
"quando
sarò vecchia, pagherò i giovani per amarmi. Perché di tutte le
cose, l'amore è la più dolce".
Post
Scriptum:
a tutti coloro che sono interessati all'argomento, consiglio la
visione del film
di Laurent Cantet Verso il Sud (Vers le Sud) con Charlotte Rampling.
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