Una famiglia su quattro non ha fatto l'anno scorso neanche un viaggio di almeno quattro giorni con i figli. Solo qualche weekend. Si tratta, mediamente, di nuclei familiari con un solo figlio minorenne.
Se i figli piccoli, invece, sono almeno due le famiglie che viaggiano per queste mini-vacanze salgono a tre su quattro, il 75% del totale. Prima conclusione: i figli piccoli non sono un deterrente, ma un incentivo a partire. Seconda: il modo ideale per viaggiare è farlo tutti insieme. Il modello "papà in città, mamma e bambini al mare", sembra dunque tramontato nei costumi degli italiani.
Allo stesso tempo è aumentato il numero di viaggiatori under 14 senza mamma e papà al seguito. Questo è lo scenario, che rappresenta solo uno spaccato di un vero e proprio osservatorio sul turismo giovanile.
Se il pupo ha meno di tre anni, allora è la mamma - e non il papà - a decidere dove la famiglia andrà in vacanza. Le cose cambiano quando il bimbo ha sette anni: a quest’età comincia a essere tenuto in considerazione (11,1% dei casi). E’ però dagli 11 anni che è proprio lui, il bambino, a decidere la meta, in circa una famiglia su tre. Una tendenza che si fa consistente fino ai 16 anni, quando la prima parola spetta generalmente a lui. Sono invece sempre i genitori a decidere la tipologia di struttura (hotel, campeggio, appartamento).
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