martedì 24 aprile 2012

Gli italiani non rinunciano alla vacanza


Vacanze più corte e più vicino casa.

La prossima estate gli italiani andranno in vacanza, ma un po' meno rispetto al passato: si dimezza il numero di coloro che andranno all'estero, calano gli italiani che faranno due o più vacanze e aumentano gli italiani che faranno meno ferie: molti preferiscono 'presidiare' il posto di lavoro.

Sono queste le principali tendenze che emergono dal 21mo sondaggio nazionale realizzato da Trademark Italia in collaborazione con Ipsos Observer. Secondo i risultati, inoltre, si riducono le escursioni d'arte, cultura e religione, ma non quelle gastronomiche. 

Almeno 6 connazionali su 10 hanno deciso che quest'estate faranno vacanze ma non sanno esattamente, per ora, dove, e il loro interesse si concentra sulle località turistiche più vicine e dove sono già stati. Tra le destinazioni più vicine, le preferite sono quelle attrezzate e collaudate, che garantiscono un'organizzazione turistica efficiente e senza sorprese. Oltre 20 milioni di italiani hanno già deciso che in vacanza ci andranno, che nel periodo delle ferie non resteranno a casa, che fuggiranno a tutti i costi dalle città dove lavorano, che andranno al mare, in montagna, da parenti o amici, comunque fuori casa. Ma c'è ritardo nelle decisioni e nelle prenotazioni, nonostante la maggioranza degli italiani sia costretta ogni anno a decidere e concordare per tempo con l'azienda, i colleghi e la famiglia, le date delle ferie di luglio e agosto. Grande sara' il ritorno alle località scelte lo scorso anno; in alternativa si sceglieranno quelle di cui amici e parenti parlano bene, con una serie di variabili: almeno 7 connazionali su 10 per la vacanza principale preferiranno il mare; andranno in vacanza prevalentemente in luglio e agosto; una ventina di milioni di connazionali storicamente non fanno vacanze e non sono in grado di farle, ma quasi 8 milioni già risiedono in aree turistiche, sulle coste, in montagna o in prossimità di note località di vacanza; circa 2/3 dei "turisti balneari" scelgono spiagge sabbiose e litorali adatti ai bambini. 

L'indagine rivela che gli italiani considerano irrinunciabile un periodo di "non lavoro" fuori casa ma tutti gli intervistati parlano di una probabile, generica riduzione della propria vacanza sia in termini economici che temporali, di vacanze meno lontane da casa, di rientro già fissato. Eppure, secondo Trademark, la spesa per la vacanza nel 2012 è destinata ad aumentare. Gli italiani si stanno guardando attorno e per questo ritardano la decisione. La maggioranza di quelli che hanno già deciso e prenotato dove andare (34,5% del campione), tende a ritornare dove è già stato, in luoghi che conosce, nello stesso albergo, casa, condominio, campeggio o resort. Per quanto riguarda l'estero, diminuiscono i viaggi verso le destinazioni extraeuropee; in Europa fanno eccezione Londra, le Baleari, la Spagna e la Grecia, che ottiene crescenti attenzioni per i suoi prezzi altamente attraenti.

Le previsioni per le vacanze degli italiani in Italia sono molto influenzate dalla fase economica recessiva. Solo due gli spunti positivi: la Sardegna, che dopo due anni fortemente negativi, ritrova un certo numero di sostenitori, e "a sorpresa" le coste maremmane e pontine, preferite dai residenti delle città umbre, toscane e laziali. Resistono le coste pugliesi, marchigiane, romagnole e il Levante ligure, che contengono le perdite grazie al grande serbatoio di turisti residenti nel breve-medio raggio. Perdono quota la maggior parte delle destinazioni tradizionali, le isole e la montagna. 

Ogni famiglia, con una media di 2,4 persone, spenderà per le vacanze estive circa 1.396 euro, il 5% in più del 2011. La spesa "diretta" prevista per le vacanze 2012 è nell'ordine dei 18,63 miliardi di euro (tra trasporti, alloggio, ristorazione, intrattenimento, svago e piccolo shopping turistico), più un ulteriore 10% (per circa 1,86 miliardi di euro) di spese "indirette e indotte". Per l'economia italiana le vacanze estive rappresentano dunque un giro d'affari complessivo di almeno 20,5 miliardi di euro.

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